Girare per vetrine, è per qualsiasi donna un’iniezione di buon umore, a caccia di affari, di indirizzi nuovi, di posti dove trovare le scarpe, gli occhiali o la giacca che cercavi da una vita.
Con l’emergenza sanitaria dettata dalla pandemia da Covid-19, quarantena e social distancing hanno obbligato il settore del fashion ad accelerare strategie e approcci al mondo digitale che, fino a poco tempo fa, erano ancora al banco di prova, cercando di farsi strada ma a passo molto lento.
Oggi le sfilate virtuali e gli showroom digitali rientrano a pieno titolo nei piani di business delle imprese del mondo della moda.
Un’innovazione imperativa che, insieme al mondo del web e dei social, ha trasformato il nostro modo di fare shopping, creando un divario sempre più evidente tra vecchia e nuova generazione.
Qual è l’identikit delle fashion lover italiane?
Soluzione Group grazie alla piattaforma Global Web Index, ha analizzato le risposte di un campione di oltre 4.500 donne amanti del fashion tra i 16 e i 64 anni, indagando sul loro approccio verso esperienze di acquisto sempre più dinamiche, immediate e coinvolgenti.
Da quanto emerso dall’indagine, a dividere giovani e meno giovani, oggi è il mondo dell’iperconnessione: i social network sono sempre più vitali per la Generazione Z (nati da metà anni ’90 al 2010) che usa internet fin dalla nascita, ma territorio poco esplorato per molti Baby Boomer (nati tra 1946 e 1964). I 50-60enni sono attivi su Facebook e YouTube, ma tengono le distanze da altri social network come Instagram e TikTok, fenomeno del momento per i giovanissimi.
Generazioni a confronto: cosa vogliono dal fashion?
Con il proprio lifestyle, la Generazione Z sta rivoluzionando l’intero mercato. Sono loro le più fashion-conscious e, al contrario dei baby boomer, più ancorati all’affidabilità e all’autenticità del marchio, non possono fare a meno di promuovere nuovi ideali di bellezza che parlano di diversità in modo cool, young e sempre innovativo e originale. Rispetto alle generazioni precedenti, la Gen Z sta guidando la società, giorno dopo giorno, verso valori e convinzioni in netto contrasto con il presente, anche attraverso lo stile. L’obiettivo è combattere lo stato delle cose sostenendo personaggi, brand e campagne che rappresentano le loro battaglie, dalla causa LGBTQ+ alle tematiche ambientali e alla responsabilità sociale. Al fashion system non resta quindi che stare al loro passo attraverso nuove regole e icone di riferimento, dai marchi scelti alle modelle.
Sostenibilità nella moda, a che punto siamo?
Nonostante il tema della sostenibilità sia oggi nel gergo comune, le ultime fashion week non hanno mantenuto le attese sperate. Basti pensare che su 315 appunti dalle passerelle e comunicati stampa raccolti durante le sfilate in programma a New York, Londra, Milano e Parigi, solo il 26% ha fatto un chiaro riferimento alla parola sostenibile e alle pratiche socialmente responsabili della produzione dei loro capi. Ma un barlume di speranza c’è: la nascita dei green influencer, che dispensano alle proprie community, ristrette ma molto attive, consigli ecologici e utili per la vita di tutti i giorni. È il caso di @carotilla_ alias Camilla Mendini, attivista ambientale e fashion designer o di Simona Curcio, nota come @maybesimona, che racconta attraverso i social la Second Hand nel mondo fashion con gli occhi della Generazione Z. I contenuti sono per lo più reel e post creativi volti a dare consigli su dove trovare capi eco-friendly e come creare un guardaroba green e rispettoso dell’ambiente.
Preferenze di acquisto: in negozio vs online
Nonostante il Covid-19 sono numerose le donne, soprattutto tra le Baby Boomer, che vorrebbero continuare a scegliere personalmente i propri acquisti. Al contrario, sono i Millennials (nati tra il 1981 e il 1996) a essere i “promoter” dello shopping virtuale. Anche Instagram è diventato una grandissima vetrina: il cliente naviga nel social dell’estetica per eccellenza, vede i capi e gli accessori indossati in immagini accattivanti ed ecco spuntare quella piccola icona a forma di shopping bag. Doppio touch e tutte le informazioni arrivano in un secondo e, in un altro secondo, il carrello è pieno e pronto per il check-out.